Che confusione sotto il cielo “no pass” e “no vax”. Solo due mesi fa, l’assalto squadrista alla sede nazionale della Cgil da parte di un gruppo numeroso di manifestanti contro il green pass e i vaccini, ha fatto prendere all’Italia lo spavento del pericolo fascista. Ma poi si è scoperto che i più estremisti e bombaroli, a parole, erano gli anonimi abitanti del Paese Italia, che avevano accumulato rancori, difficoltà, paure e senso di precarietà.
Ora che ne sappiamo di più, e siamo consapevoli che i tempi di protezione dei vaccini si vanno assottigliando, ecco che gli “intellettuali di opposizione” prendono posizione. È la pattuglia dei filosofi Giorgio Agamben e Massimo Cacciari, dei giuristi come Ugo Mattei e dei visionari come Carlo Freccero, che hanno deciso di virare sulla nascita di un soggetto politico nuovo, attraendo a sé la scialuppa dei parlamentari eletti nei 5 Stelle, che non ha più porti a cui attraccare, e nella tempesta i suoi sopravvissuti si aggrappano a qualsiasi salvagente. Confusi e felici, hanno nel “Dubbio e precauzione” il loro mantra.
Si naviga davvero a vista. La paura dello squadrismo fascista – sia chiaro – non è una invenzione o uno stato d’animo. È qualcosa di concreto. Magari poco ideologico o storico, nel senso che guardando le piazze europee piene di nazifascisti, sovranisti, populisti, integralisti del cattolicesimo conservatore che ripudiano la Chiesa di Francesco, appare evidente che questo magma nero sta cercando di plasmare una forza di destra moderna.
Pensavamo al rinato partito fascista sotto le sembianze di Forza Nuova, e invece, forse, abbiamo sbagliato obiettivo. Il nostro grandangolare ha messo a fuoco un particolare che stava ormai sbiadendo. Gli esperti, gli analisti, gli studiosi dell’estrema destra e della violenza politica, l’hanno sempre avuto chiaro: “Il pericolo a destra sta nel web, tra gli odiatori e i populisti, tra i rancorosi e gli ultrà dell’egoismo sociale”.
Le svastiche e il Führer sono simulacri e fantasmi che popolano i sogni perversi di una moltitudine di frustrati e arrabbiati privi di progettualità politica. E la crisi di Forza Nuova (e della stessa Casapound) lo dimostra. Sono ancora in carcere il fondatore Roberto Fiore e il boss romano Giuliano Castellino. Forza Nuova, che fu la loro organizzazione, è come se fosse tramortita al suolo. L’assalto alla Cgil fu strumentalizzato dalla loro presenza, ma l’azione squadrista trovò forza ed energia nella piazza senza identità, animata dalla rabbia e dalla frustrazione.
Digos, Antiterrorismo, Polizia postale hanno da tempo ben monitorato queste trasformazioni politiche e sociali. Il 10 e l’11 ottobre del 2020, a Montecatini Terme, si riunì l’assemblea costituente del “Movimento Nazionale-La Rete dei Patrioti”. In quell’occasione Forza Nuova prese atto della sua scissione, e cioè dell’inizio della fine. In Toscana, pochi giorni dopo, il 25 ottobre e il primo novembre dell’anno scorso, una prima loro manifestazione di protesta, con un atto di disobbedienza civile (i commercianti non dovevano rispettare gli orari di apertura per l’emergenza sanitaria). E il primo maggio scorso, a Bologna, duecento persone hanno sfilato con i “Patrioti”.
Numeri microscopici, naturalmente. Ma da un certo punto di vista questa scissione “moderata” ha tolto il respiro a Forza Nuova. Che ha cercato di resistere in quelle realtà dove aveva ancora una presenza organizzata. All’inizio del settembre scorso, sei suoi militanti romani sono stati perquisiti perché nelle loro intercettazioni si parlava di manifestazioni violente. Il 15 settembre, venivano perquisiti a Torino quattro indagati per “propaganda e istigazione a delinquere per motivi di discriminazione razziale, etnica e religiosa”. Su Telegram, diffondevano immagini e simboli neonazisti e antisemiti.
Roma, Milano, Palermo, Latina. Le piazze virtuali di indagati per minaccia aggravata e vilipendio. A casa di alcuni, sono state trovate scritte inneggianti al Ku Klux Klan. Il 9 ottobre scorso, l’assalto alla sede nazionale della Cgil a Roma. Da allora Roberto Fiore e Giuliano Castellino sono in carcere. Complessivamente, sono stati dieci i militanti di Forza Nuova raggiunti da ordinanze di custodia cautelare per l’assalto squadrista al sindacato.
Bari, Trento, Sassari, Milano, Como e Napoli. Altre perquisizioni contro altrettanti indagati. Da allora, da quel 9 ottobre scorso, è come se Forza Nuova avesse perso attrazione. C’è stata la scissione milanese, la fuga dall’organizzazione, l’assenza di una strategia politica. E il tentativo disperato di inseguire la piazza, cercando di prenderne la testa.
È vero che il parlamento si è pronunciato per lo scioglimento di questa organizzazione, Forza Nuova, che si richiama al fascismo. Ma quasi ottant’anni dopo dalla fine del fascismo, pensare che esista una organizzazione che si richiami a quella tragedia oggi è forse forzato. I vari Fiore e Castellino vanno perseguiti e tenuti in carcere per i reati che commettono, per le devastazioni, i pestaggi, le violenze. Come stanno facendo la magistratura e le forze di polizia.