Quel tweet fu postato dal fondatore di Forza Nuova, oggi in carcere, Roberto Fiore, alla vigilia della manifestazione di Napoli, il 24 ottobre del 2020. Un anno fa Fiore scriveva: “Che si accenda a Napoli la prima scintilla di Rivoluzione contro la dittatura sanitaria”. Quel giorno una miscela di neofascisti, centri sociali, commercianti e sottoproletariato esasperato misero Napoli a ferro e fuoco. Fino a notte tarda, per protestare contro il lockdown e le misure adottate dal governo e dal presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca. E la ministra dell’Interno Lamorgese parlò di “violenze preordinate”.
Quella stessa notte, Forza Nuova pubblicò le foto della guerriglia cittadina: “Noi in strada a Roma, da Napoli partita la rivolta”. E il 25 ottobre, il giorno seguente, Forza Nuova e frammenti di società stremata dal lockdown si ritrovarono a piazza del Popolo, nella capitale. Gli scontri furono violenti. Gli squadristi fascisti assaltarono i mezzi delle forze dell’ordine. Furono incendiati cassonetti dei rifiuti e una decina di manifestanti finirono in questura.
In queste ore, gli esperti dell’Antiterrorismo e le Digos delle diverse questure stanno riaprendo i fascicoli delle proteste di questi ultimi mesi. Dalla loro lettura, emerge che le manifestazioni di protesta non hanno mai avuto adesioni sorprendenti, in termini di partecipazioni, se non in alcuni casi. E un altro dato che colpisce è che gli squadristi neofascisti rappresentano sempre una minoranza di poche decine di militanti, e a Roma di poche centinaia, rispetto alle manifestazioni di protesta che coinvolgono centinaia o migliaia di partecipanti.
Nelle ultime settimane, le presenze di manifestanti sono andate via via diminuendo. Al ministero dell’Interno si lavora ai dossier da fornire a Palazzo Chigi, consapevoli che la decisione per lo scioglimento di Forza Nuova sarà una scelta politica. Lo prevede la legge: lo scioglimento può avvenire sulla base di sentenze, anche di primo grado, dei giudici, oppure con un decreto legge del governo, motivato.
L’ex ministro dell’Interno ed esperto di intelligence, Marco Minniti, a proposito dei fatti di sabato a Roma, si dichiara per lo scioglimento di Forza Nuova attraverso un decreto legge in tempi ravvicinati: “Siamo di fronte a un atto eversivo di matrice fascista, con il rischio di reiterazione”.
Questo rischio preoccupa molto il governo. Il web è un catino che attrae gli odiatori sociali, i suprematisti e i neofascisti. E in queste ore la Polizia postale sta “monitorando” i cosiddetti “siti di interesse”. Sembra una questione di ore, il tempo a disposizione per neutralizzare i propositi guerrafondai dei militanti delle varie sigle che protestano.
Intanto muove i primi passi l’inchiesta della procura di Roma sui fatti di sabato, che potrebbe arricchirsi appunto di informative sullo scenario nazionale. E insieme ai fermati di sabato, dopo aver oscurato il sito di Forza Nuova, la procura di Roma ha indagato altri suoi quattro dirigenti per istigazione a delinquere, aggravata dall’uso di strumenti informatici.
Di certo il protagonismo dei vari Fiore e Castellino nell’alimentare, organizzare, partecipare agli attacchi squadristi di questi mesi, sono documentati. Mercoledì si terrà il Comitato nazionale per l’ordine e la sicurezza. Sarà un momento importante per delineare una strategia di contrasto alle violenze di piazza, e per analizzare e ipotizzare i prossimi scenari.
Che sabato scorso qualsiasi programma sia andato storto dal punto di vista dell’ordine pubblico, è innegabile. La cronologia delle manifestazioni di protesta, per la gestione governativa della pandemia, raccontava di una partecipazione che nelle ultime settimane è andata diminuendo. Le informative, prima di sabato, non ipotizzavano la presenza di oltre diecimila manifestanti a piazza del Popolo. E le relazioni sui fatti di sabato hanno circoscritto ad alcune centinaia i partecipanti all’assalto alla sede della Cgil. Forza Nuova, “Io apro”, con altre sigle della protesta, hanno partecipato all’assedio a palazzo Chigi. Sono una cinquantina di militanti e dirigenti i registi di una giornata che ha offeso la coscienza democratica del Paese.
Si vota domenica per i ballottaggi a Torino e a Roma. Aspetterà l’esito del voto, la ministra dell’Interno Lamorgese, che martedì riferirà in parlamento sui fatti di sabato. Mercoledì, poi, si discuteranno le mozioni per lo scioglimento di Forza Nuova. Il centrodestra ha già annunciato che voterà contro. Se i numeri invece daranno ragione al centrosinistra, il presidente del Consiglio non potrà non sciogliere Forza Nuova.