Sembra finito il tempo in cui papa Francesco era riconosciuto, e spesso criticato da gran parte degli ambienti vaticani, per le sue posizioni progressiste, per le critiche ai modelli di (non)accoglienza e per la difesa della convivenza tra i popoli. È stato il pontefice che, per la prima volta, ha lavato i piedi anche alle donne, visitando dodici detenute in carcere, e ha benedetto l’operato di Mediterranea Saving Humans per la missione di salvataggio dei migranti in mare.
Oggi, però, il suo profilo subisce un cambiamento. Perfino dichiarazioni come “l’omosessualità non è un crimine” e “la Chiesa ama i vostri figli così come sono”, rivolte alle persone Lgbtqia+, sono state oscurate da gaffe imbarazzanti, come quella sui seminaristi omosessuali, liquidata con la frase: “C’è già troppa frociaggine” (vedi qui). A peggiorare la situazione, la recente visita in Belgio, durante la quale Bergoglio ha definito l’aborto “un omicidio” e i medici che lo praticano “sicari”. Il premier belga Alexander de Croo ha annunciato di convocare il nunzio apostolico per discutere queste parole, ritenute “inaccettabili”.
Ma la svolta conservatrice del papa più progressista degli ultimi decenni non è finita qui. Riferendosi ai candidati alla presidenza degli Stati Uniti, Donald Trump e Kamala Harris, ha suggerito che starà a ognuno scegliere “per il male minore”, considerando che “sono ambedue contro la vita”: l’una perché favorevole all’aborto e l’altro perché nega l’accoglienza ai migranti. Tornando da Singapore, Bergoglio ha ribadito che “respingere i migranti è una cattiveria” e che “mandare via un bambino dal seno della madre è un assassinio”. Questo linguaggio evidenzia una chiara gerarchia morale, con l’aborto visto come male supremo, suscitando dibattiti su un crescente allontanamento del papa dalle vedute progressiste. Equiparando i battiti cardiaci dentro un utero alla sofferenza di esseri umani fatti e finiti, che attraversano i confini fuggendo dalla violenza e dalla fame, il papa avalla le posizioni conservatrici agognate dal resto del Vaticano. Finora, infatti, le sue parole avevano fatto discutere soprattutto i conservatori. Mai, dai tempi più remoti, un papa era stato tanto amato e tanto osteggiato. Nei Paesi africani e in America latina lo acclamano, mentre i circoli conservatori, specialmente negli Stati Uniti e in Germania, lo criticano aspramente.
Negli ultimi anni, i rapporti tra il Vaticano e la Chiesa nordamericana si sono inaspriti. Nel 2023, Bergoglio aveva annunciato conseguenze, anche economiche, per i membri del clero statunitense che lo osteggiavano apertamente, come il vescovo Joseph Strickland e il cardinale Raymond Burke, entrambi noti per le loro posizioni ultraconservatrici. Questa frattura ha condotto molti fedeli verso altre correnti religiose, come l’evangelismo. In vista delle elezioni statunitensi del 5 novembre, l’elettorato cattolico ha sicuramente un considerevole peso. Un sondaggio Ewtn News-RealClear Opinion Research sugli elettori cattolici statunitensi, uscito il 30 agosto 2024, ha rilevato che il 50% degli elettori cattolici intende sostenere Harris per la presidenza, mentre il 43% appoggia Trump, con un altro 6% di indecisi. Questo ribaltamento della storica tendenza ad appoggiare il Partito repubblicano è probabilmente dovuto agli scandali che hanno travolto Trump, tra cui la condanna per il caso dei pagamenti alla pornostar Stormy Daniels, e la sua gestione brutale dell’immigrazione. In particolare, tra i cattolici di origine sudamericana e ispanica, il 59% ha dichiarato di volere sostenere Harris, mentre solo il 30% appoggia Trump.
All’inizio di settembre Trump ha lanciato la coalizione Catholics for Trump, promuovendosi come “il presidente che ha fatto di più per i cattolici rispetto a qualsiasi altro governo”. Il sito web della campagna sottolinea la creazione della Divisione per la coscienza e la libertà religiosa, e la partecipazione di Trump alla Marcia per la vita. Inoltre, due dei tre giudici della Corte suprema, che hanno contribuito a ribaltare la storica sentenza Roe v. Wade (vedi qui), che aveva legalizzato l’aborto, sono stati appoggiati da Trump.
In un’intervista del maggio scorso, all’emittente statunitense Cbs, Bergoglio aveva risposto alle domande intorno alle critiche dei conservatori statunitensi: “Conservatore è colui che si aggrappa a qualcosa e non vuole vedere oltre. È un atteggiamento suicida, una cosa è tenere conto della tradizione, considerare le situazioni del passato, un’altra è chiudersi in una scatola dogmatica”. Sembra però lui stesso farsi portavoce oggi delle posizioni più cieche di fronte alla contemporaneità.
La complicata situazione geopolitica internazionale, poi, spinge Bergoglio a esprimere opinioni che rimangono le più vaghe possibili. Si parla sempre di pace – ma senza analisi dei conflitti. A marzo, una sua affermazione sulla guerra in Ucraina, interpretata come un invito alla resa per Zelensky, ha generato polemiche. Il papa ha dovuto chiarire che la sua intenzione era solo quella di invocare la pace, senza prendere posizioni nette. Anche durante l’ultimo discorso all’Angelus (6 ottobre 2024), in cui chiede un cessate il fuoco immediato sia a Gaza sia in Libano, il papa si è tenuto sul vago, ribadendo la vicinanza a Israele. “Faccio appello alla comunità internazionale affinché si metta fine alla spirale della vendetta e non si ripetano più gli attacchi come quello compiuto dall’Iran qualche giorno fa, che possono fare precipitare quella regione in una guerra ancora più grande”, ha detto, ricordando l’anniversario del 7 ottobre, giorno dell’attacco di Hamas.
Nonostante le intenzioni pacifiste, queste dichiarazioni hanno alimentato il dibattito su un papa sempre più in bilico tra il dogma anacronistico e l’utopia internazionale. In un mondo polarizzato, Bergoglio sembra sempre più distante sia dai conservatori sia dai progressisti, oscillando tra la dottrina tradizionale e una visione poco condivisa di pace e fratellanza universale. Le uscite controverse che rimbalzano sui media, con la scarsa presa di coscienza delle tematiche contemporanee, accrescono la distanza tra la Chiesa cattolica e la realtà geopolitica attuale.