In Guatemala, il prossimo 14 gennaio, il presidente eletto Arévalo de León, che ha vinto le elezioni con il 60% delle preferenze (vedi qui), dovrebbe assumere la carica per il periodo 2024-2028 in sostituzione di Alejandro Giammattei. Tuttavia, secondo la procura del Paese latinoamericano, guidata da Consuelo Porras, le elezioni non sarebbero valide a causa di presunte irregolarità amministrative del Tribunale supremo elettorale. La procura – accusata da Arévalo de León, già dallo scorso settembre, di condurre un “colpo di Stato” – sostiene che i verbali elettorali utilizzati nelle elezioni “sono nulli a pieno titolo”, poiché “non sono stati inizialmente autorizzati” dal Tribunale supremo elettorale. La invalidazione dei risultati elettorali è stata annunciata, sabato 9 dicembre, in una conferenza stampa tenuta dal procuratore Leonor Morales, nel corso della quale sono stati anche presentati i progressi nelle indagini circa le presunte irregolarità del Tribunale supremo elettorale. Morales ha sostenuto che le elezioni vanno interamente annullate. Nell’occasione, la procura ha fatto sapere di avere presentato anche due richieste di ritiro dell’immunità di Arévalo de León, al fine di indagare su di lui per un presunto riciclaggio di denaro e per una presunta falsità dei documenti nella costituzione del suo partito, il Movimiento Semilla.
È dal 12 luglio, del resto, che la procura ha messo in atto una serie di azioni giudiziarie contro le elezioni per cercare di annullare la vittoria del presidente eletto. Ha sequestrato scatole contenenti i risultati delle elezioni, ha chiesto il ritiro dell’immunità dei magistrati elettorali, e sta indagando sul duo presidenziale eletto, composto da Arévalo de León e da Karin Herrera, sua vice. Le reazioni alla conferenza stampa sono state immediate. Il segretario generale della Organizzazione degli Stati americani, Luis Almagro, ha chiesto al presidente Giammattei di agire contro la procura: “Le azioni e le dichiarazioni dei procuratori Rafael Curruchiche e Leonor Morales – si legge nel comunicato – costituiscono un’alterazione dell’ordine costituzionale del Paese, una violazione dello Stato di diritto e una violazione dei diritti umani della popolazione”. Almagro ha precisato che “il tentativo di annullare le elezioni generali di quest’anno costituisce la peggiore forma di rottura democratica e il consolidamento di una frode politica contro la volontà del popolo”. La condotta della procura è all’origine delle forti proteste popolari da parte dei sostenitori del presidente eletto, che da due mesi hanno interessato tutto il Paese e durante le quali sono state chieste le dimissioni di Porras e di altri magistrati.
Tanto più che sia l’Organizzazione degli Stati americani sia l’Unione europea avevano seguito il primo turno e il ballottaggio delle elezioni, arrivando alla conclusione che tutto si era svolto in modo normale e trasparente. Anche gli altri osservatori internazionali, presenti in Guatemala per monitorare il processo elettorale, erano giunti alla conclusione di escludere qualsiasi tipo di irregolarità o frode. Tuttavia, dopo che Arévalo a sorpresa si era piazzato al secondo posto, passando poi al ballottaggio grazie a un forte discorso anticorruzione, sono cominciati i tentativi per invalidare i risultati da parte della procura, che ha cercato di squalificare il suo partito già prima del secondo turno. Il pretesto è consistito nel fatto che, nel 2017, i militanti avrebbero consegnato firme false al Tribunale supremo elettorale per iscrivere il movimento. Tuttavia, lo stesso Tribunale non aveva giudicato l’accaduto un motivo sufficiente per unirsi all’iniziativa della procura, che da allora ha iniziato ad attaccare i suoi magistrati, quattro dei quali sono stati di recente privati dell’immunità; e due di loro hanno addirittura deciso di andare in esilio di fronte al concreto rischio di finire in prigione. Ma il Tribunale supremo elettorale, venerdì 8 dicembre, si è pronunciato contro la procura, ratificando la vittoria di Bernardo Arévalo de León. Da parte sua, il neoeletto ha denunciato i tentativi del partito di governo di sabotare la sua investitura, e ha affermato che la procura del Guatemala “non ha credibilità” e che le nuove accuse contro di lui sono “assurde e ridicole”. “L’ufficio del procuratore di Consuelo Porras dice che il Paese è stato ‘vittima di una struttura criminale’. Sono d’accordo, ma una struttura con lei in testa per cambiare i risultati elettorali e negare la decisione già presa dal popolo guatemalteco. Basta!” – ha detto il direttore della divisione Americhe di Human Rights Watch, Juanita Goebertus. Arévalo de León ha vinto il secondo turno delle elezioni il 25 agosto, con quasi un milione di voti di vantaggio sulla sua rivale, l’ex first lady Sandra Torres Casanova; e già dal primo settembre aveva denunciato che la procura stava conducendo un “colpo di Stato”.
Anche l’Unione europea ha condannato “in modo inequivocabile” i tentativi di annullare i risultati delle elezioni generali. “Queste ultime azioni e dichiarazioni della procura del Guatemala rappresentano un tentativo di colpo di Stato, guidato da procuratori motivati politicamente” – ha detto l’alto rappresentante dell’Unione per gli Affari esteri, Josep Borrell. L’amministrazione di Joe Biden, attraverso il sottosegretario di Stato per l’emisfero occidentale, Brian A. Nichols, ha fatto sapere che condannano “fermamente le ultime azioni antidemocratiche della procura del Guatemala, un altro tentativo flagrante e inaccettabile di sfidare la volontà dei guatemaltechi e negare l’elezione del presidente eletto”. Nichols ha anche avvertito che “tali azioni mettono in pericolo la reputazione favorevole al mercato del Guatemala e si troveranno di fronte a una forte risposta degli Stati Uniti”.
Il governo brasiliano, da parte sua, ha chiesto al Guatemala di onorare la Carta democratica dell’Organizzazione degli Stati americani per garantire la transizione e bloccare i tentativi di annullare i risultati delle elezioni. “Ricordando che il recente annuncio si aggiunge ad altri atti arbitrari commessi nel periodo elettorale, il governo brasiliano ritiene che le dichiarazioni e le misure annunciate ostruiscono il processo democratico in Guatemala” – ha dichiarato il ministero degli Esteri. Il Perù ha espresso la sua “profonda preoccupazione” per le “gravi dichiarazioni” fatte dalla procura del Guatemala. “Il governo del Perù (…) esprime la sua profonda preoccupazione per le gravi dichiarazioni fatte oggi dalla procura del Guatemala, che mettono in discussione la validità delle elezioni generali tenutesi nell’anno in corso” – ha dichiarato il ministero degli Esteri peruviano in un comunicato. E il primo ministro spagnolo, Pedro Sánchez, ha twittato: “Voglio manifestare il mio più assoluto rifiuto nei confronti delle azioni del pubblico ministero del Guatemala che minacciano la democrazia e la volontà dei cittadini espressa nelle urne. Il mio sostegno al presidente eletto, @BArevalodeLeon. La democrazia deve prevalere”.
In questi mesi, per ben tre volte, Consuelo Porras ha chiesto il ritiro dell’immunità di cui gode il presidente eletto per poter portare avanti le sue indagini. Una volta privato dell’immunità, Arévalo potrebbe anche essere arrestato. In questo braccio di ferro senza fine, che vede lo scontro tra l’establishment, di cui Porras è espressione, e Bernardo Arévalo, sostenuto dai suoi elettori e dalla comunità internazionale, nei giorni scorsi la procura del Guatemala è stata denunciata davanti alla Corte costituzionale per il tentativo di annullare i risultati elettorali. L’accusa mossale è di non aver dato seguito a un’ingiunzione emessa dalla Corte costituzionale che ordinava di rispettare il risultato delle elezioni. E ieri, 12 dicembre, il presidente eletto ha denunciato, in una conferenza stampa, come il giudice che ha avviato il procedimento contro di lui, contro il processo elettorale e contro il suo partito, gli abbia negato l’accesso al fascicolo dell’indagine che lo riguarda, violando così il suo diritto costituzionale alla difesa. “Trentatré volte ci è stato negato dall’ufficio del procuratore e quindici volte dal tribunale, questa è una negazione del diritto di difesa (…) e si spiega solo perché sono consapevoli delle bugie e delle stronzate che stanno costruendo in questo caso” – ha detto Arévalo ai giornalisti.
Di fronte alla situazione di scontro nel Paese, ieri, 12 dicembre, il Consiglio permanente dell’Organizzazione degli Stati Americani ha approvato una risoluzione in cui condanna “energicamente il continuo abuso di potere da parte della procura e di altre autorità pubbliche del Guatemala”. La risoluzione è stata presa grazie al voto favorevole di ventinove Stati, con il Guatemala che ha votato contro, il Salvador che si è astenuto, e due Stati assenti. La mozione, proposta dagli Stati Uniti, esprime seria preoccupazione per la “continua persecuzione politica e la trasformazione in procedimenti giudiziari dei processi elettorali e di transizione democratica da parte della procura e di altre autorità pubbliche del Guatemala”. Chiede inoltre al segretario generale dell’Organizzazione degli Stati americani di proseguire negli sforzi diplomatici per difendere la democrazia, i diritti umani e lo Stato di diritto.