Intorno alla vicenda della giudice catanese Iolanda Apostolico, si sta consumando uno scontro violentissimo tra la maggioranza di governo e la magistratura. È preoccupato il presidente dell’Associazione nazionale magistrati, Giuseppe Santalucia: “Siamo di fronte a manifestazioni di alcuni esponenti dell’attuale maggioranza politica fortemente aggressive, che sono dissonanti rispetto alla cornice istituzionale entro cui tradizionalmente si inscrivono le relazioni tra magistratura e politica. Per essere espliciti, nel silenzio generale è in corso il tentativo di ridefinire i confini tra i poteri, di ridisegnare le condizioni di equilibrio dei loro rapporti, affermando malamente il primato della politica, che nessuno, meno che mai la magistratura, se correttamente inteso, disconosce”.
Giuseppe Santalucia, nel prossimo fine settimana, riunirà il direttivo centrale dell’Associazione dei magistrati. L’analisi dell’Associazione fa riferimento alla vicenda della giudice Apostolico, che alla fine di settembre, con proprie ordinanze motivate, ha sospeso il trattenimento di immigrati nei centri di permanenza per il rimpatrio deciso da un provvedimento del questore. La decisione, riproposta nei giorni scorsi nei confronti di quattro tunisini a loro volta lasciati liberi, ha portato governo ed esponenti della maggioranza di destra ad aprire lo scontro con la magistratura. La situazione è molto più drammatica di quanto fosse ai tempi di Silvio Berlusconi.
Facciamo un passo indietro. Il 30 settembre scorso, quando Apostolico sospende i decreti di trattenimento di alcuni immigrati nel centro di Pozzallo (Siracusa), si scatena l’inferno. Esponenti di governo, ministri, sottosegretari e parlamentari aprono il fuoco contro una “certa” magistratura, con giudizi scomposti, tanto che immediatamente alla prima commissione del Consiglio superiore della magistratura viene aperto un fascicolo a tutela della giudice. La gravità dell’attacco politico consiste nel contestare provvedimenti giurisdizionali dei magistrati ritenuti, dal governo e dalla sua maggioranza, “nemici della sicurezza della nazione”, “ostacolo alla difesa dell’ordine pubblico”. Il nervo scoperto di queste ordinanze consisterebbe nel fatto che i giudici “si sono scagliati contro provvedimenti di un governo democraticamente eletto”.
Naturalmente, anche a Palazzo dei Marescialli la maggioranza dei suoi componenti è spaccata. L’offensiva della destra di governo punta a neutralizzare il Consiglio superiore della magistratura, trasformandolo in un mero organo amministrativo, in cui i magistrati trattano le loro pratiche burocratiche. Una parte della magistratura, quella che si richiama a Magistratura indipendente, sembra assecondare i progetti del governo. Nel merito delle decisioni della giudice Apostolico, però, gran parte dei giuristi ritiene corretto il comportamento della magistratura, ricordando che i provvedimenti di trattenimento sono misure eccezionali che vanno adeguatamente motivate. E che nei provvedimenti dei questori è evidente il “difetto di valutazione”. Anche la decisione di inserire nel “decreto Cutro” la tassa di quasi cinquemila euro che gli immigrati devono versare per non finire nei centri di trattenimento, è un nervo scoperto per il governo. Secondo i giuristi, essa è infatti in contrasto con la normativa dell’Unione europea.