(Questo articolo è stato pubblicato il 24 febbraio 2023)
Il direttivo dell’Associazione nazionale dirigenti scolastici ha espresso piena solidarietà alla preside del Liceo scientifico statale “Leonardo Da Vinci” di Firenze, Annalisa Savino, oggetto delle critiche del ministro Giuseppe Valditara, a causa della lettera con cui ha preso posizione sull’aggressione avvenuta, sabato18 febbraio, davanti al Liceo “Michelangiolo”. Per parte nostra, vogliamo ringraziare Annalisa Savino per la sua meravigliosa lettera. Parole bellissime quelle che la preside scrive ai suoi studenti:“Il fascismo in Italia non è nato con le grandi adunate di migliaia di persone. È nato ai bordi di un marciapiede qualunque, con la vittima di un pestaggio per motivi politici che è stata lasciata a se stessa da passanti indifferenti”. E ancora: “Chi decanta il valore delle frontiere, chi onora il sangue degli avi in contrapposizione ai diversi, continuando ad alzare muri, va lasciato solo, chiamato con il suo nome, combattuto con le idee e con la cultura”.
La presidente del Consiglio tace. Il governo resta in silenzio sull’aggressione di militanti fascisti fuori dal liceo fiorentino, in compenso minaccia provvedimenti contro la preside che ha scritto agli studenti dopo quanto accaduto. L’Unione degli studenti (Uds) dichiara: “La nostra idea di scuola è incompatibile con quella di un ministro che denuncia chi si dichiara antifascista”. “Il ministro Valditara non solo non si è limitato a prendere nessun provvedimento in merito – dice Alice Beccari dell’esecutivo nazionale dell’Uds –, ma ha per giunta minacciato di agire verso una dirigente che con un comunicato ha invitato a una riflessione sull’esigenza di contrastare e non sottovalutare le nuove forme di fascismo che si stanno manifestando nel Paese”.
Giovanni Pascoli fu anarchico e poi socialista, oltre che patriota e cattolico. Giordano Bruno fu messo al rogo per le sue idee rivoluzionarie. Galileo Galilei fu accusato di eresia, condannato all’abiura per le sue scoperte astronomiche che minacciavano l’establishment. Giuseppe Verdi fu deputato nella prima legislatura del parlamento unitario. Leonardo Da Vinci parlava poco di politica e di solito con pessimismo, ma con ognuna delle sue invenzioni intendeva contrastare le difficoltà nella vita della gente comune. Tutti maestri del libero pensiero, che oggi danno i loro nomi ad altrettanti licei fiorentini che, attraverso i loro professori e studenti, ora per quel libero pensiero si schierano, manifestando solidarietà al “Michelangiolo”, altro istituto cittadino a sua volta intitolato a un libero pensatore, davanti al quale due studenti sono stati aggrediti da almeno sei militanti di estrema destra.
Il mondo della scuola fa molto, cerca di tenere alto il ruolo delle istituzioni scolastiche e la qualità dell’insegnamento. C’è l’educazione civica, ci sono i progetti sulla storia, la memoria, i diritti e la cittadinanza, insieme con le tante iniziative per approfondire e capire. Anche in famiglia si può fare molto, parlando di più di quello che accade nel mondo. Oggi le agenzie formative sono numerosissime, e spesso più influenti sulle idee e la coscienza dei giovani. È importante assumersi un pezzo di responsabilità, perché è interesse comune di tutti e del futuro che non abbiano consenso le idee di violenza e discriminazione.
C’è un detto che recita: bisogna girare sette volte la lingua nella bocca prima di parlare. Un proverbio semplice, ma estremamente giudizioso. Viene spontaneo domandarsi se prima di parlare il ministro dell’Istruzione e del merito la faccia girare anche solo una volta, la lingua nella bocca. Nel magico mondo di Valditara, una preside non può ricordare quel che è stato, avvertendo di quel che potrebbe essere ancora. Perché “non si fa politica nella scuola”, oppure perché può farla solo chi è al governo? Tollerando che i suoi giovani arditi vadano a volantinare slogan neofascisti, prendendo a calci in faccia chi non è d’accordo? Nel magico mondo del ministro – quello in cui gli studenti vanno umiliati e i professori vanno pagati meno al Sud – la preside di un liceo non può inviare lettere di contenuto “politico” ai ragazzi. Lo stesso ministro censura e preannuncia misure disciplinari contro la preside. Tutto ciò è assurdo e incredibile.
La scuola, come spiegava il filosofo americano Robert Maynard Hutchins, dovrebbe turbare le menti dei giovani e infiammare il loro intelletto. Studenti, infiammatevi leggendo Primo Levi, ascoltando la senatrice Liliana Segre, e studiando Antonio Gramsci. Poi immaginatevi, fra vent’anni, a spiegare il senso della violenza di quell’episodio ai vostri figli.