Il 30 aprile 2023, si sono tenute le elezioni generali in Paraguay che hanno sancito la vittoria del candidato del Partido colorado, Santiago Peña, con il 42,7% dei consensi. La vittoria è stata ottenuta anche grazie all’appoggio dei settori più conservatori della società paraguaiana. Consolidando ulteriormente la loro presenza nella vita politica del Paese, i colorados hanno sconfitto Efraín Alegre, alla guida della Concertación, un’ampia coalizione unita attorno al tradizionale Partito liberale, con partiti di destra e di sinistra, che si è fermata al 27,5%. Il 18 dicembre 2022, Peña aveva vinto le primarie del suo partito. “Questo sogno è il sogno di un Paraguay con più opportunità per tutti. Prometto di onorarlo con un governo di cui siamo tutti fieri, oggi vinciamo tutti. Migliaia di persone credono che possiamo essere migliori” – aveva dichiarato quel giorno.
Dopo la caduta della dittatura in Paraguay, il Partido colorado (fondato nel 1887) ha vinto sette tornate elettorali su otto, segnando un record unico tra tutti i Paesi dell’America latina. Nel 2008, infatti, il Partito liberale radicale autentico (Plra) riuscì a far eleggere Fernando Lugo, interrompendo temporaneamente il lungo susseguirsi di presidenti colorados. Che con le elezioni del 2013, dopo la destituzione di Lugo da parte del Congresso, si affermarono di nuovo con Horacio Cartes, rimanendo come partito di governo fino a oggi.
La campagna elettorale per le elezioni del 30 aprile è stata caratterizzata da un clima di tensione, alimentato dalle accuse di corruzione e da una forte polarizzazione tra i due partiti principali: i colorados hanno sostenuto una chiara politica di continuità rispetto alla gestione del Paese, con un programma elettorale volto a stimolare l’economia; la proposta dei liberali si basava, invece, su una svolta piuttosto radicale delle politiche economiche e sociali, focalizzata sulla riduzione delle disuguaglianze sociali, sulla lotta alla corruzione e sulla promozione dei diritti umani. Il programma elettorale di Alegre prevedeva una serie di misure volte a migliorare la qualità della vita della popolazione, come la creazione di più posti di lavoro e un migliore accesso ai servizi pubblici.
La vittoria di Peña è arrivata nonostante le divisioni interne al partito, che vede due importanti figure di riferimento in contrasto: l’attuale presidente, Abdo Benítez, e l’ex presidente Cartes. Quest’ultimo è stato il principale sostenitore della candidatura di Peña, ministro delle Finanze durante il suo mandato presidenziale. Abdo ha promosso invece la candidatura presidenziale di Arnoldo Wiens, suo ex ministro delle Opere pubbliche.
La politica economica dei colorados si è concentrata sulla liberalizzazione del commercio e l’attrazione degli investimenti esteri. Questo approccio ha comportato un aumento delle disuguaglianze e diversi scandali per corruzione. Nel 2019, uno di questi ha coinvolto anche l’ex presidente Cartes. Nonostante ciò, il partito ha mantenuto il controllo del potere grazie alla sua abilità nel cooptare le élite politiche e il suo radicamento nelle istituzioni statali. Inoltre, ha saputo sfruttare l’appoggio dei settori più conservatori della società, attraverso politiche interne mirate alla sicurezza, all’ordine pubblico e all’identità nazionale. Negli ultimi anni ha cercato di ampliare la propria base elettorale, nel tentativo di attirare i giovani e i settori progressisti del Paese. Ma questi sforzi sono stati limitati da una forte opposizione.
Nonostante le tensioni e le accuse reciproche, il 30 aprile, le elezioni si sono svolte in modo pacifico e democratico: la missione dell’osservatorio elettorale dell’Unione europea, inviata in Paraguay, ha diffuso il suo rapporto preliminare sull’andamento delle elezioni, escludendo possibili brogli elettorali, come sostenuto invece dall’opposizione di Alegre.
La vittoria di Peña ha suscitato reazioni contrastanti nella popolazione paraguaiana: i suoi sostenitori hanno festeggiato, sottolineando la necessità di un governo forte e stabile; mentre i sostenitori del Plra hanno manifestato la loro delusione, esprimendo preoccupazione per il futuro del Paese, soprattutto riguardo alla possibilità che il nuovo governo possa mettere in discussione alcuni dei progressi ottenuti in materia di diritti umani e di libertà civili. Sulla scena internazionale, invece, la vittoria del futuro presidente ha suscitato reazioni prevalentemente positive: oltre alle congratulazioni di diversi leader latinoamericani, anche gli Stati Uniti e l’Unione europea hanno accolto positivamente il risultato elettorale.
Durante il prossimo mandato, che inizierà ufficialmente il 15 agosto, Peña dovrà trovare un proprio equilibrio all’interno del partito, definendo i termini del suo rapporto con Cartes, a capo del partito. Per la prima volta, nel Ventunesimo secolo, il presidente uscito dai colorados non ne è contemporaneamente il leader. Una sfida non semplice per il più giovane presidente della democrazia paraguaiana.