Non è più il tempo di discutere, sollevare dubbi o esprimere buon senso. In che mondo ci sta trascinando questa destra eversiva dei buoni sentimenti, che sta picconando un’Italia che è sempre stata solidale? A questo punto non sarebbe meglio se le persone che hanno una coscienza civile, perché di questo si tratta, decidessero di promuovere lo sciopero del silenzio e delle manifestazioni per la dignità? Una volta si sarebbe detto che chi non protesta è complice. È vero, è così. Chi non protesta contro questa destra di Giorgia Meloni, che ti impone il dilemma se abbrustolire o annegare i migranti, ne è complice. Siamo oggi all’ennesimo strappo del buon senso. Certo che è lecito criticare una decisione della magistratura. Ci mancherebbe altro. Naturalmente il potere politico dovrebbe usare lo strumento della critica con molta parsimonia. Ma oggi abbiamo superato ogni limite. Si attacca la magistrata catanese Iolanda Apostolico, che non ha convalidato il trattenimento di tre irregolari, con un armamentario di vituperi.
Non si sono limitati ad accusare il giudice di essere di sinistra. Oggi quel giudice non garantirebbe la terzietà. Si farebbe condizionare da un pregiudizio. C’è di più. La destra di governo ha inondato il web con un video che ha il sapore di essere un filmato della polizia scientifica che riprende i partecipanti alle dimostrazioni, e in questo caso proprio Apostolico, che nell’agosto del 2018 manifesta a Catania a favore dei diritti umani dei migranti.
C’è chi ha spiegato come quelle immagini confermino il comportamento corretto della magistrata. Insomma nessun profilo disciplinare si può ravvisare. Dobbiamo rivendicare il diritto sancito dalla Costituzione di esprimere il proprio pensiero pubblicamente. Anche i magistrati hanno questo diritto.
La situazione, però, è sull’orlo del baratro. L’opinione pubblica non può voltarsi dall’altra parte. Ci si dovrebbe impegnare, per esempio, a non partecipare più a nessun dibattito televisivo (il gettone di presenza è un formidabile strumento di corruzione) che abbia al centro il tema degli immigrati. Perché nessuno si ribella a quei talk-show dove sul banco degli imputati finiscono gli immigrati? Perché si dovrebbe accettare la logica che siamo in guerra contro un’orda che ci invade?
Ricordo quasi una ventina di anni fa, a Tripoli, il colonnello Gheddafi intrattenere capi di Stato e di governo sotto la tenda. Si discuteva di Africa-Europa, e sul banco degli imputati c’era il colonialismo. Un tempo ci saremmo appellati al Mahatma Gandhi, che ha indicato la strada della rivolta pacifica contro gli oppressori occidentali. E oggi dovremmo credere al “Piano Mattei”, che non significa proprio niente?
Tutto ha un limite. Adesso gli estremisti della destra di governo hanno iniziato ad aprire il fuoco contro la giudice Apostolico di Catania. Non è vero, come sostiene il guardasigilli Nordio, che oggi la magistratura ha dichiarato guerra al potere politico. Oggi la “guerra” è finita. Ci sono troppi nostalgici su ambedue i fronti. Forse è il caso di alzare la bandiera bianca. E tornare a garantire i diritti e i doveri di ciascuno di noi.