Gli strumenti di ricerca automatica in rete (non parliamo di ChatGPT, ma più banalmente delle ricerche con Google o altri motori) schiavizzano un po’ tutti. C’interessa qualcosa? Non ricordiamo un nome o una data: eccoci a digitare su Google. E se siamo appassionati di qualche materia, basta andare sull’apposita app e scegliere i temi da allertare, che lei, la app, ci segnalerà le novità importanti e ci terrà aggiornati quotidianamente. Ebbene, se abitate a Roma e siete interessati alla vita della vostra città, non vi dovete accontentare di Google. L’apposito allert su Roma vi darà principalmente notizie su Roma intesa come “La Roma”, società calcistica. Poi, ogni tanto, qualche notizia di eventi culturali o manifestazioni con personaggi noti e politici. Della pioggia di soldi che sta per cadere sui ruderi e sui parchi della città eterna, niente. Neppure una parola.
Come ci si prepara al Giubileo del 2025? Che cosa sarà, in caso di vittoria della gara per l’assegnazione, l’Expo? Si farà davvero a Pietralata il nuovo stadio della Roma? E con quali soldi? La giunta del sindaco Gualtieri sta facendo qualcosa di concreto per affrontare il tema storico della mobilità, in una città che sembra sempre più immobile e inquinata? Chi si è arricchito e chi si arricchirà, magari a scapito del bene pubblico? E infine – ma non da ultimo – l’inceneritore (termine usato dai contrari e detrattori) o termovalorizzatore (termine usato dai valorizzatori), diventerà realtà in quel di Santa Palomba?
Insomma, la carne al fuoco è tanta, forse troppa. E sono stellari le previsioni economiche sui finanziamenti europei e il Piano nazionale di ripresa e resilienza. Nelle varie anticipazioni di questi mesi è circolata la cifra dei 19 miliardi per Roma Capitale, cifra ottenuta sommando i cinque piani conosciuti: Pnrr, Giubileo, Caput Mundi, Piano rifiuti ed Expo 2030. I più prudenti, vedendo anche come stanno andando le cose secondo il ministro Fitto, si fermano a 8 miliardi. Ma di oltre 8 miliardi (8,2 miliardi per la precisione) aveva già parlato l’ex ministro delle Infrastrutture, Enrico Giovannini, che era andato in giro per l’Italia per illustrare i piani legati al Pnrr. Solo per mobilità, risorse idriche, casa e rigenerazione urbana si parlava allora di 7,6 miliardi.
Ma quelli erano altri tempi, ora l’aria è cambiata e abbiamo capito che il Pnrr da occasione storica per l’Italia, per il governo in carica sta diventando un problema, quasi una scocciatura. L’unica cosa chiara, per ora, è la ferma volontà dell’esecutivo guidato da Giorgia Meloni di non farsi intrappolare dalle regole e dai controlli (vedi il caso della Corte dei Conti).
Comunque vadano le cose, tornando con i piedi per terra nella capitale, circolano notizie su piazza Navona, villa Borghese, villa Doria Pamphilj, le mura Aureliane, che saranno oggetto di interventi delle due procedure di gara per Accordi Quadro, del valore di oltre 359 milioni di euro, pubblicate da Invitalia, in qualità di Centrale di Committenza per conto del Commissario straordinario di governo delegato dal ministero del Turismo. L’obiettivo è riqualificare, restaurare e migliorare la qualità e la fruibilità di 193 siti ed edifici del patrimonio culturale di Roma e delle province del Lazio, in vista del Giubileo 2025. E anche questi interventi si inseriscono nell’ambito del capitolo del Pnrr “Caput Mundi, Next generation EU” (M1C3 I4.3), che mira a valorizzare il patrimonio archeologico, turistico e culturale di Roma e del Lazio, creando nuovi percorsi turistici e favorendo anche la fruizione dei luoghi o monumenti considerati “minori”.
Ma della confusione sulla realizzazione concreta di tutte queste belle previsioni si lamentano perfino i costruttori che, con la loro organizzazione nazionale, l’Ance, hanno denunciato la mancanza di chiarezza e trasparenza, anche sulla questione molto delicata del finanziamento della ristrutturazione delle scuole che hanno bisogno di interventi d’urgenza per non sgretolarsi sotto il peso degli anni scolastici.
Veniamo dunque al punto. Non sappiamo se ci sia qualcuno che lavora dietro le quinte. Non sappiamo se ci sono gruppi di pressione e coalizioni di interessi economici che stanno già ricattando l’amministrazione capitolina per le decisioni sull’assegnazione degli appalti. Sappiamo però che le grandi questioni della capitale non sono ancora state risolte. Ci sono stati tentativi nel passato, ma si continua a procedere con l’andatura del gambero. Basta leggere la cronaca per avere un quadro della mobilità, del ciclo dei rifiuti, della raccolta differenziata. Con il nostro “laboratorio” vogliamo cercare di andare per una volta oltre la cronaca, il lamento, la denuncia fine a sé stessa. Per noi, la città (insieme al grande tema dell’umano e dell’artificiale) è ancora la grande questione (irrisolta) della modernità.
Per questo ci piacerebbe discutere le soluzioni che gli esperti e gli studiosi hanno messo in campo, magari con un occhio anche alle esperienze europee che non sono affatto lineari. Per inquadrare le soluzioni che si propongono per Roma riteniamo sia utile conoscere e capire le contraddizioni delle scelte urbanistiche di città come Parigi, Barcellona, Londra o Berlino. Problemi complessi non hanno soluzioni facili, ma possono averle se non ci si ferma alla semplificazione del già visto. Sembra facile, per esempio, dire che il centro delle città deve essere precluso alle automobili. Sembra facile parlare di tram e biciclette in una città miracolosamente libera dagli scarichi delle auto. Sarà sufficiente la rivoluzione elettrica? E come si declina oggi la questione che sembrava diventata arcaica e invece è attualissima del rapporto/scontro tra centro e periferie?
Su tutto questo, ci proponiamo di indagare chiedendo anche contributi e suggerimenti al di fuori della nostra piccola cerchia. Ci piacerebbe rivalutare il lavoro dei tanti urbanisti che continuano a progettare una dimensione nuova del vivere, come succede in tanti progetti. Ci baseremo su casi concreti e specifici, per andare dal particolare al generale. Così, per noi, diventano interessanti anche i progetti di rigenerazione urbana apparentemente “minori” – come quello lanciato dall’associazione “Roma Ricerca Roma” per la riprogettazione della circolazione nella piazza di Porta Maggiore – che era l’antica porta di Roma. Proveremo a rientrare da lì.
(1. continua)