Chi ha vissuto gli anni Settanta, unico periodo nella storia italiana in cui il nostro Paese poteva vantarsi di avere una bella società, non può non ricordare la grande esperienza dei “cristiani per il socialismo”, o delle cosiddette “comunità di base”. Realtà nate sull’onda del Concilio Vaticano II, osteggiate dalla Santa Sede e mal viste dal Partito comunista che faceva coincidere troppo il rapporto con il mondo cattolico con quello con la Democrazia cristiana.
Purtroppo proprio ieri siamo venuti a conoscenza della morte improvvisa di uno dei protagonisti di quella stagione. Vittorio Bellavite non c’è più. È stato ucciso da una brevissima quanto inesorabile malattia, privando così il sofferente mondo della sinistra italiana di uno dei protagonisti dell’epoca che abbiamo ricordato. Vittorio, che fu appunto tra i fondatori dei ”cristiani per il socialismo”, era stato il segretario provinciale di Milano del Mpl (Movimento politico dei lavoratori), un piccolo partito di stampo cattolico progressista fondato il 29 ottobre 1971 da Livio Labor, ex presidente delle Associazioni cristiane lavoratori italiani (Acli), insieme a Gennaro Acquaviva, Luigi Covatta, Luciano Benadusi, Giovanni Russo Spena, Corrado Clini, Domenico Jervolino, Gian Giacomo Migone, Pierluigi Mantini e altri esponenti di quell’universo.
Dopo la fallimentare esperienza elettorale del 1972, quando il Mpl prese solo lo 0,36% dei consensi, una parte di quel partito decise di entrare prima nel nuovo Psiup (Partito socialista italiano di unità proletaria) e poi nel Pdup (Partito di unità proletaria) che fece poi l’unificazione con il gruppo del Manifesto. Successivamente, una parte di questi dirigenti finirono in Democrazia proletaria. Tutte avventure che videro tra i protagonisti anche Bellavite. Esponente della Rete pace e disarmo, fondò la sezione italiana dell’Imwac (International movement we are church) nato nel novembre del 1996 che si collocò subito all’interno della Rete. “Noi siamo chiesa” nasce in seguito a una raccolta di firme in sostegno ad un “Appello dal popolo di Dio” a Giovanni Paolo II che chiedeva un rinnovamento della Chiesa cattolica visto che “le speranze aperte nella chiesa dal Vaticano II sono andate in gran parte deluse a causa del tentativo di imprigionarne lo spirito rinnovatore”. Un movimento, quello a cui ha dato appunto un grande contributo Bellavite, che non ha avuto riconoscimenti ufficiali da parte della Chiesa, ma che ora è molto vicino alle posizioni di Francesco.
Vittorio, con noi di “terzogiornale”, è sempre stato molto disponibile e cordiale. E molto professionale. Se non sentiva suoi i temi che gli proponevamo con grande modestia, forse troppa viste le sue competenze, lo diceva chiaramente. Purtroppo un rapporto troppo breve con noi causato da una scomparsa imprevedibile quanto dolorosa. Addio Vittorio, il tuo contributo e la tua amicizia mancheranno a tutti e a tutte.