Quei sessanta corpi senza vita sulla battigia di Cutro (altre decine sono i dispersi) raccontano della impotenza e della cattiveria umana. In questi momenti scorrono immagini terribili nella memoria. Come quelle del corpicino di un bimbo siriano, di origine curda, affogato nel naufragio di un barcone nel mare greco, nell’agosto del 2015. O i quasi quattrocento uomini e donne che non ce l’hanno fatta, galleggiando a pochi metri da una spiaggia di Lampedusa, ormai quasi dieci anni fa. O i cento albanesi speronati da una nave militare italiana nei giorni della Pasqua del 1997, mentre a bordo di una motovedetta albanese cercavano di arrivare a Brindisi (era l’Italia del centrosinistra che faceva il blocco navale, per impedire l’“invasione” albanese).
Questi corpi senza vita raccontano del Mediterraneo come di un gigantesco cimitero, e li abbiamo sulla coscienza tutti (dall’Unione europea all’Italia). Anche noi, che oggi ci indignamo, che non abbiamo ormai più voce per protestare, per prendere le distanze dalla barbarie umana. Sì, dovremmo indignarci, scendere in piazza, impedire che si ripetano le stragi di innocenti. Non fare nulla ci fa essere complici.
Dobbiamo gridare contro le guerre, per la pace e l’accoglienza. Dobbiamo avere la forza di prendere le distanze da questo mondo di indifferenza e di egoismo. Gli uomini e le donne della maggioranza parlamentare si girano dall’altra parte, mugugnano contro quel volontariato che salva vite umane. E sono impegnati, il ministro dell’Interno e il governo Meloni, a fare i “dispetti”, a fare sbarcare i “sopravvissuti” raccolti in mare dalle Ong, che non dovremmo mai stancarci di ringraziare, nei porti delle città amministrate dalla sinistra.
È irriconoscibile questa Italia governata da una destra estremista e irresponsabile, che rivendica la guerra agli immigrati per impedire l’invasione del Paese. Come se dovesse salvaguardare “la purezza della razza ariana”. È vero che hanno vinto le elezioni, ma non dobbiamo dimenticare che rappresentano solo un terzo del Paese. Dovrebbero vergognarsi. Questa maggioranza-minoranza se la prende con i “dannati della terra”, i milioni di uomini e donne che scappano dalle guerre, dalla miseria, dalle crisi ambientali, dalle violenze, dalle discriminazioni razziali, di genere, religiose. E brandisce la bandiera della sicurezza nazionale messa in pericolo dall’invasione straniera.
Loro, che oggi rinunciano alla sovranità nazionale delegando ancora una volta i nostri destini alle decisioni degli Stati Uniti d’America, se la prendono con le Ong, ritenute complici dei trafficanti di immigrati. E colpevoli di voler condizionare la politica estera e interna di uno Stato sovrano, l’Italia. Siamo in guerra contro l’“impero del male”, la Russia di Putin, mandando armi in Ucraina, il Paese aggredito da Putin, invece di lavorare per la pace.
È l’ipocrisia di una destra senza anima. Incapace di capire i drammi di una umanità dolente. Forte con i deboli, servile con i potenti.