Che qualcosa in Italia stia avvenendo, nell’ambito delle politiche abitative, lo abbiamo visto a Roma in un percorso appena avviato, che vede movimenti per l’abitare e sindacati convergere su una piattaforma unitaria. Ora, un ulteriore passo viene da un documento programmatico per affrontare la precarietà abitativa, aggravata ulteriormente dagli eventi bellici, che nel comparto delle locazioni vede aumenti degli affitti, accompagnati da bollette di utenze stratosferiche, e un’inflazione che determinerà aggiornamenti Istat superiori al 3% o 4% (per i locatori è previsto l’aggiornamento dei canoni di locazione, mentre per i lavoratori la scala mobile è stata da tempo abolita).
Il documento programmatico porta le firme dei segretari nazionali di Unione inquilini, Sunia, Sicet e Uniat e – questo l’elemento significativo – di Cgil, Cisl e Uil. Un documento concreto, che parte da una forte preoccupazione per la situazione abitativa del Paese, caratterizzata dai pesanti riflessi dell’emergenza sanitaria, dalla ripresa generalizzata delle esecuzioni degli sfratti per morosità incolpevole, dalle decine di migliaia di esecuzioni immobiliari sulla prima casa, dalla forte incidenza sui costi dell’abitazione, già proibitivi, dei rincari dal 60 al 100 % delle utenze domestiche, e sugli oneri condominiali per i servizi legati al consumo energetico. Un documento, inoltre, che esplicita come si sia giunti a una condizione di acuta sofferenza sociale, che mette a rischio la coesione sociale, fino a minacciare, in alcuni casi, la violazione dei diritti umani, come la tutela dei minori o l’unità della famiglia.
Duro il commento dei sindacati sui provvedimenti adottati, in materia di politiche abitative che “non danno la necessaria centralità all’obiettivo imprescindibile di un rilevante e strutturale piano pluriennale di edilizia residenziale pubblica e sociale per avviare e consolidare una politica abitativa, volta ad aumentare l’offerta di alloggi pubblici e a canoni sostenibili per le precarie condizioni reddituali delle famiglie che non trovano soddisfacimento dall’attuale mercato”. La stessa legge di Bilancio 2022 ha deluso le aspettative in materia di misure di politica abitativa urgenti e indifferibili; e manca un’indicazione specifica sul rifinanziamento del fondo di sostegno all’affitto e del fondo per la morosità incolpevole. Su quest’analisi il documento dei sindacati inquilini e di Cgil, Cisl e Uil fonda le proposte di politiche abitative pubbliche necessarie, e non più rinviabili, che si sostanziano nella richiesta di un confronto vero con il governo, fino a oggi negato.
Per quanto riguarda la gestione dell’emergenza abitativa, il documento propone: a) un intervento da parte del ministro dell’Interno sulle prefetture per rimuovere gli ostacoli e le resistenze, per la sottoscrizione di protocolli di graduazione programmata delle esecuzioni degli sfratti, e un provvedimento che istituisca cabine di regia, che permetta e faciliti la graduazione delle esecuzioni; b) il rifinanziamento dei Fondi per il sostegno all’affitto e la morosità incolpevole, almeno 250 milioni di euro; c) risorse ai Comuni per prendere in affitto, o acquistare, alloggi da assegnare agli sfrattati determinando il canone in base alle condizioni di reddito; d) l’istituzione di una banca dati del patrimonio degradato, pubblico e privato, da finalizzare, in tempi brevi, per emergenze alloggiative, affermando il principio del passaggio da casa a casa, con particolare riferimento alle disponibilità degli enti previdenziali e di altri enti pubblici; e) l’assegnazione rapida della quota di alloggi Erp (Edilizia residenziale pubblica) oggi vuoti e non assegnati.
Rispetto alle politiche di edilizia residenziale pubblica e sociale il documento propone: 1) risorse per un piano casa pluriennale di edilizia residenziale pubblica, per incrementare significativamente l’offerta di alloggi a canone sociale; 2) l’utilizzo del Superbonus 110%, da parte degli ex Iacp (Istituto autonomo case popolari), con una proroga per la realizzazione degli interventi, 3) la definizione di livelli essenziali del servizio abitativo e una normativa quadro su edilizia residenziale pubblica e sociale; 4) il ripensamento del ruolo del pubblico come soggetto attuatore di nuovi piani di edilizia sociale accessibili anche a soggetti con redditi superiori ai limiti di accesso all’Erp, e che abbiano subito uno scivolamento verso il disagio a causa delle conseguenze socio-economiche della pandemia.
Riguardo al settore delle locazioni di diritto privato si propone: a) l’eliminazione della cedolare secca prevista per i contratti a canone libero; b) incentivi fiscali per la rinegoziazione dei canoni di locazione, nonché norme, per la rinegoziazione dei canoni d’affitto; c) regole più stringenti in materia di tracciabilità di pagamento dei canoni; d) una disciplina più stringente sulle locazioni brevi di tipo turistico; e) la necessità di un incremento della detrazione sui canoni pagati da inquilini con redditi inferiori ai trentamila euro.
Infine – ma non di minore importanza – i sindacati chiedono l’istituzione dell’Osservatorio della condizione abitativa previsto dalla legge 431 del 1998, e l’istituzione, al più presto, di una banca dati del patrimonio abitativo degradato, pubblico e privato, da utilizzare per le gravi emergenze alloggiative, contribuendo ad affermare il passaggio da casa a casa, con particolare riferimento alle disponibilità degli enti previdenziali.
I sindacati inquilini e confederali, a sostegno del documento, hanno promosso mobilitazioni in tutta Italia che si svolgeranno tra il 9 e il 22 marzo. In particolare, il 22 marzo, si terrà una manifestazione sotto il ministero delle Infrastrutture, dalle ore 14 alle ore 18.
Sullo sfondo, la volontà dei sindacati inquilini e confederali di giungere a una manifestazione nazionale a Roma, entro il mese di maggio, con una partecipazione di massa e con la possibilità di coinvolgere settori del mondo del volontariato, dell’associazionismo e della società civile. Tira un’aria nuova, e sembra che si sia capito che non è più il tempo dei distinguo e non c’è più tempo da perdere.
Il messaggio al governo è chiaro.
*Ex-segretario nazionale Unione inquilini