Mentre lo spettro della variante sudafricana ha già raggiunto i cinque continenti, creando panico e allarme nelle borse mondiali, il fronte “no vax” e “no pass” continua a manifestare. Vedremo cosa succederà domani, primo sabato con le nuove misure restrittive del governo, che pongono limiti proprio ai non vaccinati. Si annunciano manifestazioni a Milano, a Roma, a Torino, e nelle altre città dove in questi mesi si è creato un fronte variegato di protesta. Finora sul web sono partite richieste di nuove forme di lotta, come la “disobbedienza civile”. Vedremo quello che accadrà nelle prossime ore.
Certo è che la variante sudafricana si presenta, nell’immaginario collettivo, come l’angelo sterminatore, e dopo il primo caso in Europa, in Belgio, lascia sgomenti gli scienziati, che devono adeguare i vaccini alla nuova versione che si presenta ancora più contagiosa della variante Delta e con trentadue modificazioni rispetto al Covid-19 originario. Scenari da far paura che, però, non intaccano le certezze dei movimenti “no pass” e “no vax”.
Si guarda a Milano, ai piani alti del ministero dell’Interno. È qui che “no vax” e “no pass” potrebbero tentare una prova di forza. Potrebbero violare l’ordinanza del prefetto che vieta cortei e manifestazioni nel centro della città. Sabato scorso grappoli di manifestanti riuscirono ad arrivare al Duomo, ma furono identificati e allontanati dai cordoni delle forze dell’ordine. Quel sabato, le forze di polizia identificarono duecentocinquanta persone tra i contestatori. E centinaia sono ormai gli “schedati” della rivolta contro il vaccino. Complessivamente, dal primo settembre a oggi, ben settantasette sono state le perquisizioni nei confronti di altrettanti “no pass” e “no vax”, che soprattutto sul web hanno lanciato messaggi di rivolta.
La sensazione è che la rete di monitoraggio, di analisi e di identificazione dei partecipanti alle proteste, che si fonda sul lavoro congiunto delle varie Digos, dell’Antiterrorismo e della Polizia postale, stia producendo risultati positivi.
Mentre per il terrorismo islamico solo con il tempo si è riusciti a costruire una rete di prevenzione diffusa sul territorio e di repressione, rispetto al neonato movimento “no vax” e “no pass”, le forze di polizia e gli analisti sono riusciti a “monitorare” e a identificare i protagonisti della rivolta e delle proteste. E se il governo e il Viminale, in questi mesi, non hanno voluto impedire con l’uso della forza le manifestazioni di protesta che violavano ordinanze e decreti (come l’uso della mascherina), lo si deve probabilmente alla consapevolezza della dimensione del fenomeno e dei rischi che una risposta decisa avrebbe innescato. Solo a Roma, sabato scorso, sono scesi in piazza cinquemila manifestanti. Ma se aggiungiamo alle presenze nelle manifestazioni anche il popolo del web, si arriva a ben oltre centomila simpatizzanti della rivolta contro il vaccino e il green pass.
Oggi però siamo a una svolta. Non rivedremo più l’atteggiamento elastico del governo e delle forze di polizia nei confronti dei manifestanti che violano ordinanze e decreti governativi. Sono vietate le manifestazioni nei centri storici e nelle aree commerciali, oggi zone “rosse”, e il popolo dei non vaccinati andrà incontro a controlli più severi sull’uso delle mascherine e del green pass, mentre il Friuli Venezia Giulia sarà la prima regione a imporre, da lunedì, l’uso delle protezioni anche all’aperto.