Martedì 9 novembre la redazione di “terzogiornale” incontra Gianni Cuperlo, autorevole esponente del Pd e leader dell’area di Sinistradem in un forum che i lettori potranno poi seguire mediante la registrazione in video. È una occasione per fare il punto sulla situazione politica, sulle prospettive della sinistra e del centrosinistra sulla base di una ideale scaletta di ragionamento.
Primo quesito. I recenti risultati delle elezioni amministrative confermano che il centrosinistra è in ripresa di consensi e può riaprire la partita o il record di astensioni rischia di farci prendere un abbaglio? La conquista di Milano, Napoli, Bologna, Roma, Torino e altre città non può essere sottovalutata, ma la destra resta forte e agguerrita fuori dai grandi centri urbani. L’area del non voto può fare la vera differenza. Come invertire la tendenza? E come affrontare l’emergenza democratica che segnala un astensionismo senza precedenti?
Secondo quesito. Il Pd a segreteria di Enrico Letta pareva in un primo tempo aver scelto la strategia prevalente dei “diritti civili”: voto ai sedicenni, legge contro l’omofobia eccetera (disegno di legge Zan), riduzione delle imposte di successione per i giovani, ius soli. Mentre su lavoro ed economia, strategia anti-Covid, c’è invece una sorta di schiacciamento sul governo Draghi e sulle direttive europee. Come si risolve questa contraddizione? Qual è il progetto sociale e di politica industriale piddino per ridefinire un nuovo welfare e rilanciare l’Europa politica?
Terzo problema. C’è per ora la consegna del silenzio da parte di Letta sulle elezioni del prossimo inquilino del Quirinale. Le Camere e i grandi elettori si pronunceranno a gennaio. Non sarebbe meglio però replicare di più alla campagna di rivalutazione di Silvio Berlusconi e iniziare a far crescere un potenziale schieramento per portare sul Colle un candidato papabile, sapendo la validità del detto che “chi entra papa esce cardinale”?
Quarto quesito. Ha forza e presa l’idea di costruire una coalizione “larga” che vada dai 5 Stelle (Conte) a Sinistra italiana/Articolo uno (Fratoianni, Bersani) passando per Azione (Calenda), o si rischia di ripetere l’esperienza dell’Ulivo di prodiana memoria? Come aggregare movimenti e istanze ecologiste? Punto su cui dovrebbe esprimersi definitivamente il Pd è poi il tipo di legge elettorale con cui andremo a votare la prossima volta. Più proporzionale o più maggioritario? O un mix sul tipo del vecchio Mattarellum? La questione è decisiva.
Quinto problema. L’area del campo possibile del nuovo centrosinistra sembra avere una gamba fragile nei 5 Stelle nuova versione (pur accreditata al 15%), come del resto nella sinistra di Nicola Fratoianni e di Pier Luigi Bersani. Non sta molto meglio il centro di Calenda. Letta continua, intanto, a parlare di “coalizione larga” e “unità del Pd” come condizioni della vittoria finale. Nel frattempo, ha lanciato le “Agorà democratiche” come luoghi in cui ridefinire alleanze e programmi. Come “osservatori indipendenti” di tale percorso sono stati scelti lo scrittore Gianrico Carofiglio, Andrea Riccardi (fondatore della Comunità di Sant’Egidio), Annamaria Furlan (ex segretaria della Cisl), Monica Frassoni (dei verdi europei), Carlo Cottarelli (noto economista) ed Elly Schlein (vicepresidente della Regione Emilia-Romagna e promotrice della lista Coraggiosa). Si tratta del coerente tentativo di allargare il campo del centrosinistra, o si tratta invece di superare il modello di partito rappresentato dal Pd verso un altro “aperto” e confederale? Il Pd non è un’esperienza che ha esaurito già da abbastanza tempo la sua “spinta propulsiva”?
Se la scaletta da discutere fosse convincente, l’area di centrosinistra sarebbe chiamata a ridefinirsi socialmente e politicamente. E chi in quel campo vuole rappresentarne la componente di sinistra a vocazione socialista ecologista sarebbe chiamato, più di altri, a far sentire la propria voce e i propri contenuti.