Il disegno di legge Zan riprende il suo iter interrotto a luglio con la novità che ci sarà una mediazione, annunciata dal segretario del Pd Enrico Letta, che ha affidato al padre della legge – Alessandro Zan – di avviare un’esplorazione con le altre forze politiche al fine di cercare un’intesa per l’approvazione del testo. La legge deve essere portata a casa, pur se con alcune modifiche definite da Letta “non sostanziali”. L’obiettivo è riprendere il dialogo con Italia viva e arrivare a un compromesso anche con Forza Italia, e farlo in tempi record.
La deadline è per domani, mercoledì, giornata in cui il disegno di legge verrà discusso in aula al Senato, dove Lega e Fratelli d’Italia sarebbero intenzionati a presentare due proposte “tagliola” che affosserebbero definitivamente la legge, non facendo passare all’esame dell’aula gli articoli del provvedimento. Zan, insieme alla capogruppo Pd a Palazzo Madama, Simona Malpezzi, stanno in queste ore portando avanti una consultazione tra le forze politiche volta a scongiurare questo atteggiamento ostruzionistico.
La mediazione potrebbe avvenire sull’articolo 1, meno centrale rispetto al 2 e 3 della legge, e sulla riformulazione del ruolo delle scuole in occasione della giornata nazionale contro l’omobitransfobia, osteggiata dalla Chiesa cattolica, dalla destra e da alcune femministe. Il centrodestra, che in queste ore si sta riunendo per decidere la linea da seguire, potrebbe trovare la quadra nel dare libertà di coscienza nella votazione, lasciando la partita in mano al centrosinistra.
Ma nella maggioranza c’è che si dichiara intransigente, i 5 Stelle fanno sapere che non sono disponibili ad “accordi al ribasso”, e anche le associazioni Lgbt sono contrarie a qualsiasi modifica alla “identità di genere”. Intanto il presidente della commissione Giustizia, Ostellari, ha convocato il vecchio tavolo con i capigruppo dei partiti, a cui non partecipano 5 Stelle, Gruppo misto e Liberi e uguali, che, pur dichiarandosi favorevoli al confronto, esigono che la destra ritiri dal tavolo le proposte “tagliola”.
Vedremo se prevarrà il pensiero che una legge è meglio di niente. La partita però si preannuncia dura. A rendere più scivoloso il percorso della legge, la possibilità che la presidente Casellati possa concedere il voto segreto.