Non è finita, per la Cgil. Un nuovo attacco, questa volta informatico, ha bloccato il sistema di comunicazione del più grande sindacato italiano. Gli hacker hanno colpito ma sono stati, per fortuna, anche neutralizzati. In mattinata il presidente del Consiglio Draghi era andato alla Cgil, per esprimere la solidarietà del governo dopo l’attacco squadrista di sabato pomeriggio. Una visita “non scontata”, ha commentato il segretario della Cgil, Maurizio Landini, che ha aggiunto come nell’incontro con Draghi si sia discusso dell’“impegno delle istituzioni per impedire che il passato ritorni”.
Nel ricostruire la giornata di sabato, il prefetto di Roma, Matteo Piantedosi, si è soffermato proprio sull’assalto alla sede nazionale della Cgil. Le sue valutazioni sono drammatiche: “L’invasione ha evocato i momenti più bui della vita del nostro Paese e ha restituito plasticamente la carica eversiva e antidemocratica che si annida nelle deprecabili azioni di questi delinquenti”. Forza Nuova, ex arnesi della destra eversiva degli anni Ottanta, i Nar, “Liberi cittadini” e “Io apro”, i commercianti e settori della società civile che in questi mesi sono stati sulle barricate delle proteste contro le misure anti-Covid del governo, sono stati i protagonisti dell’assalto alla Cgil.
Per lo scioglimento di Forza Nuova si sono espressi i gruppi parlamentari di Camera e Senato del Pd, Italia Viva, Leu, 5 Stelle che hanno chiesto al governo di procedere con un decreto di scioglimento, richiamandosi alla legge Scelba, che vieta la ricostituzione del disciolto partito fascista. Anche la senatrice a vita Liliana Segre ha sottoscritto la mozione presentata a Palazzo Madama da Leu-ecosolidali e Misto. Nella mozione si chiede al governo di intervenire per sciogliere “i partiti, i movimenti politici e le organizzazioni di matrice fascista tra cui Forza Nuova, Casapound, Lealtà azione’’.
Quella iniziata oggi sarà una settimana nervosa, tesa, di mobilitazioni. È iniziata con lo sciopero generale dei trasporti, promosso dalle sigle sindacali di base, dei Cobas. E a Torino gli studenti scesi in piazza hanno protestato contro il Comune e incendiato una gigantografia del premier Draghi e una bandiera dell’Europa.
Giovedì, poi, diventerà obbligatorio per tutti i lavoratori mostrare il green pass. E si annunciano tensioni nel mondo del lavoro con tentativi di strumentalizzazione da parte della destra eversiva. Infine sabato, a Roma, si svolgerà la grande manifestazione nazionale promossa dai sindacati unitari contro gli squadristi fascisti e per la democrazia.
Il clima va raffreddato. Al Viminale sono preoccupati. E le polemiche politiche di queste ore non fanno certo bene alla democrazia. A destra, né Lega né Fratelli d’Italia sembrano orientate a votare le mozioni in parlamento per lo scioglimento di Forza Nuova. Anzi, Giorgia Meloni lancia l’allarme: “Vogliono farci fuori”. E la destra polemizza con la decisione delle autorità di sicurezza, prefettura e questura di Roma, di non bloccare la manifestazione sindacale che si svolgerà il giorno prima del ballottaggio tra i due candidati a sindaco della capitale.
Non è un buon segnale questa spaccatura, dal momento che tutta la maggioranza, esclusa la Lega, appunto, si è dichiarata a favore dello scioglimento di Forza Nuova. E il candidato a sindaco di Roma del centrodestra, Michetti, deve ancora riprendersi dallo scivolone della sua intervista sui “banchieri ebrei”.
Nelle prossime ore il Viminale rivedrà i criteri e le regole per impedire che si ripetano scene come quelle di sabato pomeriggio, pur garantendo la libertà di espressione. E intanto il Comitato parlamentare per la sicurezza della repubblica, il Copasir, vuole sentire i vertici dei servizi e il ministro dell’Interno.
Adesso spetterà alla procura della Repubblica di Roma imprimere una svolta alle indagini sui fatti di sabato. Il bilancio delle prime indagini della questura: 12 fermi, 57 denunciati, 600 identificati. Sono due i filoni di indagine. Il primo vede indagati per istigazione a delinquere, devastazione e saccheggio i leader presenti nella sede della Cgil (Roberto Fiore, Giuliano Castellino, Pamela Testa e Biagio Passaro) e promotori dell’attacco eversivo. Per un altro gruppo di sei fermati, la procura, che ha già chiesto la convalida dei fermi, contesta i reati di resistenza, lesioni aggravate e lesioni a pubblico ufficiale.