Già in questo momento l’ex Ilva non è competitiva, è decisamente pericolosa ed è una voragine per i conti pubblici. Non sarà il Consiglio di Stato che potrà ostacolare il percorso di questa storia. Tutto ha il sapore della più inutile restaurazione, mentre il mondo lavora alla decarbonizzazione ed alla neutralità climatica. Adesso tocca alla politica e al governo italiano dimostrare che la tanto decantata transizione ecologica è una cosa seria e non uno spot per attrarre i finanziamenti europei, che il green new deal è per la qualità della vita dei cittadini e degli ecosistemi e non un trampolino per gli interessi di pochi potenti gruppi privati. È un banco di prova per la credibilità ed il futuro dell’intero sistema Paese, spero che il presidente Mario Draghi voglia convocare subito un tavolo con la comunità e gli enti locali, per programmare la chiusura dell’area a caldo dello stabilimento siderurgico di Taranto. Non c’è scampo per nessuno, non sarà questa sentenza a fermare la nostra battaglia, che porteremo fino al livello europeo. Senza la completa salvaguardia della salute dei cittadini di Taranto, prima o poi quella fabbrica è destinata a chiudere.
Rinaldo Melucci